PROGETTO PROMOSSO DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Data / Ora
Data - 19/03/2016 - 23/05/2016
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato: 9.30-12.30 / 14.00-17.30 domenica: 10.00-13.00 / 14.00-18.00
Luogo
Museo Diocesano Tridentino
MATERNAGE – Tracce di un viaggio
E’ un’installazione di Laura Morelli che racconta il vissuto quotidiano dei genitori e dei fratelli dei bambini con disabilità
Dopo il successo ottenuto al Museo Diocesano di Milano (più di 1000 visitatori in quaranta giorni), arriva a Trento la mostra Maternage – Tracce di un viaggio, un’iniziativa che nasce dall’esigenza di portare alla luce il vissuto quotidiano dei genitori e dei fratelli dei bambini con disabilità.
L’esposizione prende avvio da un progetto dell’associazione l’abilità, una Onlus nata a Milano nell’ottobre del 1998 dall’iniziativa di un gruppo di genitori di bambini con disabilità. Nel 2013 l’abilità ha consegnato delle valigie vuote alle famiglie coinvolte nel progetto In viaggio senza valigie, chiedendo loro di riempirle con oggetti che simboleggiassero il loro vivere (o sopravvivere) nella quotidianità insieme ad un bambino con disabilità.
Il contenuto delle valigie è stato poi consegnato all’artista Laura Morelli, che l’ha trasformato in una serie di installazioni d’arte dai titoli evocativi. Attraverso Maternage, una parola francese che indica la propensione alla cura del bambino e che travalica i generi, i visitatori avranno l’opportunità di entrare nel ‘guscio’ di queste famiglie, capirne le emozioni e le esperienze. L’invito è quello di provare a entrare nelle loro case, a vivere una quotidianità che spesso fa paura perché è altro, perché è sofferenza, perché non riguarda il nostro quotidiano. Maternage è dentro un museo perché è un’opera d’arte e come tale può parlare ad ogni tipo di pubblico. Maternage è una mostra che provoca, che educa, che è contraddizione come lo sono l’arte e la vita di tutti i giorni.
Il percorso della mostra
Il percorso della mostra si snoda attraverso tre stanze, nelle quali il pubblico entra in contatto con la sfera intima della famiglia di un bambino con disabilità. Questo incontro avviene attraverso esperienze sensoriali, ispirate dagli oggetti emersi dalle valigie e dai racconti dei genitori. Le prime stanze racchiudono immagini, odori, suoni che raccontano emozioni, vissuti, e sogni di padri, madri e fratelli di bambini con disabilità.
Nella prima sala il visitatore troverà un pavimento coperto da un tappeto di zucchero a velo vanigliato e di spezie (curcuma, cannella, zenzero, pepe nero, zafferano marocchino, curry), esito delle indicazioni sensoriali raccolte nelle interviste con i genitori, i fratelli, le sorelle. Sul tappeto odoroso sono appoggiati gli oggetti che hanno legami di significato o di provenienza con l’attesa, ed è interrotto da un sentiero che riproduce la linea del logo dell’associazione l’abilità.
La seconda sala accoglie un’installazione dal titolo Lo sguardo senza veli: al centro, una sfera specchiante è sospesa su un letto di cipolle. Ai lati, quattro cuffie: si ascoltano le parole di genitori, fratelli e sorelle, che restituiscono lo sguardo proprio e degli altri. Si possono selezionare la traccia “femmina” e la traccia “maschio”. L’ultima sala descrive il progetto In viaggio senza valigie e la genesi della mostra, dando allo spettatore la possibilità di esprimere quali siano le ‘valigie’ indispensabili per il proprio viaggio esistenziale.